FARAONE

AZIENDA AGRICOLA

Diario: Ciao papi

Ciao papi

Ciao papi

Uff....Grazie!
Grazie a tutti gli amici, ai colleghi, ai giornalisti e ai professionisti del nostro settore che in questi
giorni ci hanno riempito di affetto e di bellissime e dolci parole. Sono state carezze che ci hanno
fatto sentire un po’ meno il dolore e, se mai ce ne fosse stato bisogno, ancora più orgogliosi di lui.
Sui social, privatamente, in chiesa e ieri durante il brindisi... Il brindisi eh già.
Magari è stata una cosa inusuale, ma ci è venuto spontaneo pensare di farvelo salutare al di là della
normale liturgia, con un calice con i Suoi vini in mano. Ora, dire che sarebbe stato felice di tutto ciò
è un parolone, nostro padre aveva ben altri programmi, penso, per il futuro, ma come si suol
dire...cosi è la vita e quindi andiamo avanti anche perché, già oggi, la vigna richiedeva attenzione.
Ci rimboccheremo le maniche e andremo avanti grazie ai suoi insegnamenti e alla sua visione delle
cose.
Vi salutiamo con un suo vecchio pensiero scritto e pubblicato sul nostro sito qualche anno fa.
Pensiamo che in quelle poche righe si possano ritrovare tutte quelle qualità che nostro padre aveva e
che ci avete raccontato in questi giorni.
Ieri vedendo ancora una volta il nostro giardino pieno di gente e di vita, i sommelier schierati in
“alta uniforme”, il rumore dei calici di vetro, le bottiglie vuote, le facce di quanti in questi anni
hanno condiviso con lui momenti di vita, ci sarebbe piaciuto che si fosse affacciato un attimo per
realizzare cosa aveva fatto, ma forse ora che ci penso, per un istante ieri tra la gente sotto il gazebo
mi è sembrato di scorgerlo, aggirarsi sornione.
E’ stato un attimo, e poi credo che sia ritornato subito in ufficio a lavorare....
Ciao papi, ci mancherai...

“Lavoro in vigna nel rispetto assoluto del ciclo della vite, non irrigo, non lavoro il terreno, non
concimo in nessun modo, faccio trattamenti solo contro la peronospora e l’oidio (con rame e zolfo),
ho la fortuna che la mia vigna è in una zona “pulita” in collina, perciò non conoscono insetticidi nè
antimuffe, ... in cantina cerco di applicare tutte quelle che sono le conoscenze sul processo.
Negli anni passati ho partecipato assieme ad altri colleghi a selezionare i lieviti autoctoni sulla
Passerina e sul Montepulciano con il laboratorio di biologia dell’istituto di Ascoli, ( era una ricerca
della regione Abruzzo fatta con tanta buona volontà dai professori dell’Istituto, Seghetti & C. )
perchè quando si porta l’uva in cantina frutto di un anno di lavoro non si può lasciare tutto al caso
(natura?!) è necessario un controllo dell’andamento fermentativo, vi immaginate l’annata 2011 con
l’uva raccolta a 30 gradi senza la possibilità di intervenire sulle temperature di fermentazione ?
Io ritengo perciò di fare un vino naturale; non cerco, non voglio, nessuna certificazione perchè la
certificazione essa sì è una cosa innaturale per fare ( o vendere ? ) il vino !
Rispetto i colleghi che fanno scelte diverse, ma ho un rifiuto assoluto della necessità del bollino, del
certificato o d’ altro per vender vino.
Ho la vigna e la cantina aperta 365 giorni all’anno ed invito tutti a farci visita e vedere di persona ciò
che facciamo.
Io, Giovanni Faraone, certifico che il mio è un vino ‘Naturale’.”

giovanni faraone
(1945-2019)

Ciao papi
Torna indietro